Le PMI in difficoltà devono pensare ad una diversificazione di filiera
- Ing. Alberto Scanziani
- 23 apr
- Tempo di lettura: 2 min

Era di metà dicembre la telefonata di un'azienda meccanica mia cliente che mi confidava come alcuni suoi clienti esteri del settore delle macchine utensili non vedevano ancora l'uscita dal tunnel nel 2025. Anche UCIMU - l'Associazione italiana costruttori di macchine utensili - conferma che il settore migliorerà nel 2025, in termini di produzione, solo di qualche numero percentuale. Nulla che compensi il crollo dei macchinari del 2024.
La filiera della meccanica è in difficoltà e le aziende devono evitare un approccio attendista, aspettando mutamenti geopolitici o simili. Che poi si rivelano peraltro peggiorativi, come i dazi.
Intendo dire che quanti restano in attesa di una ipotetica una stabilizzazione dello scenario internazionale perderebbero solo del tempo prezioso.
L'ultima indagine di Federmeccanica relativa al 2024, elaborata su dati Istat, un suggerimento lo dà: gli unici macro settori dell'industria meccanica in crescita nel 2024 sono:
macchine ed apparecchi elettrici (produzione +0,6% vs. 2023): conseguenza anche della cosiddetta "transizione verde", fortemente basata su elettrico ed elettronica; le nuove tecnologie - dalle Rinnovabili ai Data Center - fanno uso di quel tipo di componenti;
altri mezzi di trasporto (produzione +8,1% vs. 2023), che comprende i veicoli dei settori Difesa & Aerospace (no Automotive) ed anche i settori navale e ferroviario;
gli operatori che possono rivolgersi a tali settori senza stravolgere il modello di business sono avantaggiati
In realtà è complesso accreditarsi nel comparto Difesa & Aerospace: oltre alle certificazioni "tecniche" di settore (ad esempio la Certificazione 9100 Aerospace) occorre prima o poi affrontare le tematiche ESG, trattandosi di una filiera esigente in termini di Sostenibilità.
In altre parole, cambiare filiera impone una serie di competenze ed adempimenti che fino ad oggi le PMI non hanno preso in considerazione, vivendo per molti anni in una zona di comfort: vi è stato sì un percorso di evoluzione tecnologica ma dentro i confini delle filiere abituali.
se si vuole fare innovazione vanno create le condizioni per accreditarsi nelle filiere tecnologiche in crescita
Non è più pensabile di cercare commesse semplicemente "guardandosi in giro" verso nuovi settori: questo può essere fatto al più dalle aziende di subfornitura (io lo faccio abitualmente ed ottengo risultati).
Gli OEM invece devono prepararsi anche sul piano organizzativo, cosa che i grandi players industriali stanno facendo o hanno già fatto. Ciò implica sviluppare competenze specifiche interne.
Non solo, anche le filiere tradizionali presto chiederanno agli operatori di adempiere ad esempio sul piano della Sostenibilità e della Transizione green: figuriamoci le filiere tecnologiche appannaggio dei grandi Gruppi industriali.
Il percorso della diversificazione di filiera deve essere pianificato, soprattutto la diversificazione dalla filiera Automotive. Ma soprattutto iniziato subito. Meglio se avviene con la ricerca di alleanze: il modo migliore per iniziare è diventare consapevoli di un cambiamento non temporaneo ma irreversibile.
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